di Melania Depasquale
Fino a non molti mesi fa il business legato alla vendita dei libri ha fatto registrare una parabola ascendente, complice la spinta dall’emergenza Covid, e la diminuzione delle attività legate alla socialità. Il settore dei libri in Italia produce 3,4 miliardi di fatturato, con 5.200 case editrici, 5mila librerie e oltre 70mila lavoratori. Oggi però, il quadro economico della filiera sembra nettamente cambiato, a causa della difficile situazione economica.
Da questo scenario di criticità, ha preso forma il documento che l’Aie, l’associazione che riunisce l’editoria libraria, ha diffuso come proposta di lavoro per la prossima legislatura, in modo tale da mettere in sicurezza quella che, come si legge nel documento, è la prima industria culturale del Paese e la quarta in Europa. Il libro è cultura: è piacere di leggere, approfondimento, strumento per la scuola, l’università, le professioni, il lavoro. Il libro contribuisce alla crescita economica e sociale del Paese.
Un altro settore fortemente in crisi è quello della carta. I costi sono aumentati fino all’80% negli ultimi sei mesi. Nel documento, si chiede che il credito di imposta, già previsto per giornali e periodici, sia applicato anche ai libri. Questa, costituirebbe una misura essenziale per la sopravvivenza di molte aziende, già in difficoltà a causa della crisi energetica che fatto esplodere i prezzi, e dimezzato le forniture di carta sul mercato.
La necessità primaria è l’elaborazione di una legge che guardi al lungo periodo, con incentivi all’innovazione e all’internazionalizzazione per tutta la filiera.
La terza proposta, si basa sulla valorizzazione del diritto d’autore e sulla lotta alla pirateria. Un fenomeno sempre più in crescita, che distrugge ben 771milioni di fatturato ogni anno e 5.400 posti di lavoro. Il diritto d’autore va difeso e valorizzato sempre più nella società digitale. L’editoria soffre per l’alto livello della pirateria, per cui sono necessarie misure efficaci di contrasto.