di Melania Depasquale
A guidare il gruppo di bulli che avrebbe spinto Alessandro, il tredicenne di Gragnano, a togliersi la vita, ci sarebbe la sua ex fidanzatina. Questa, mossa dal desiderio di vendetta per il rifiuto del ragazzo, avrebbe condotto il branco in una spirale di minacce, insulti e aggressioni, la cui continuità e violenza ha spinto Alessandro al tragico gesto. Così scriveva all’attuale fidanzata: «Tra poco toglierò il disturbo». Dei sei indagati, secondo le ultime indagini, due sono maggiorenni e quattro minorenni. Tra questi anche una ragazzina 14 anni. Tutti sono indagati per istigazione al suicidio. I due maggiorenni sono una ragazza e un ragazzo. Il secondo, assieme al fratello, avrebbe già ricevuto una denuncia per il pestaggio di un altro adolescente. Anche in questa occasione il branco si era accanito contro un solo ragazzo. Oggi pomeriggio sarà conferito l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia al medico legale Giovanni Zotti. Gli indagati avranno modo di nominare i periti di parte, così come hanno fatto i familiari del ragazzo, che saranno rappresentati dagli avvocati Mario D’Apuzzo e Giulio Pepe, ed hanno scelto il medico legale Sergio Infante come perito di parte. In attesa dei primi risultati e dei funerali, la comunità di Gragnano si è stretta intorno al dolore della famiglia, proponendo una fiaccolata in ricordo di Alessandro. Quello che tutti chiedono è che sia fatta giustizia. Al cordone di solidarietà si è aggiunta anche la voce del sindaco della città, Nello D’Auria, che ha chiesto alla cittadinanza di esprimere il cordoglio alla famiglia al momento dei funerali, sottolineando che ogni attività intrapresa sarà sempre condivisa con la famiglia della vittima.