di Melania Depasquale
Da settembre addio alla Dad. Tra le indicazioni ministeriali, disponibili sul sito del Miur, mancano indicazioni sulla didattica a distanza. Gli alunni pronti ad iniziare il nuovo anno scolastico, potranno entrare in classe anche con il raffreddore, purché non abbiamo la febbre, in quanto, come si apprende dalla nota del Miur, “nei bambini la sola rinorrea (raffreddore) è una condizione frequente, e non può essere sempre motivo di non frequenza o allontanamento dalla scuola, in assenza di febbre”. Gli studenti, affetti da raffreddore, potranno frequentare in presenza indossando mascherine chirurgiche/FFP2 fino a risoluzione dei sintomi, avendo cura dell’igiene delle mani. Il ministero raccomanda inoltre il ricambio frequente dell’aria e la sanificazione degli ambienti.
Il personale scolastico, i bambini o gli studenti che presentano sintomi indicativi di infezione da Covid-19, verranno ospitati nella stanza dedicata o area di isolamento appositamente predisposta e, nel caso di bambini o alunni minorenni, dovranno essere avvisati i genitori. Per il rientro a scuola è necessario l’esito negativo del test (molecolare o antigenico). Per quanto riguarda i contatti con positivi, non sono previste misure speciali per il contesto scolastico. Si applicano le regole generali previste da Ministero della Salute.
Dad addio. Ma se ne parla ancora. La provincia di Verona ha lanciato un’idea: sabato in Dad e settimana corta in presenza, per far fronte al caro consumi. La proposta, se adottata in modo generalizzato da tutti gli istituti, consentirebbe, in base ai calcoli dell’azienda dei trasporti di Verona, un risparmio energetico di circa il 4%, grazie ad una razionalizzazione del servizio del trasporto pubblico.
Un deciso “no” alla proposta arriva da Conte e Salvini. L’ex premier in un post su Facebook ha dichiarato: «Il Movimento 5 stelle non è affatto favorevole alle proposte che iniziano a circolare, e che prevedono riduzioni di orario e ritorno alla Dad nelle scuole, per risparmiare energia. È valutabile con i dirigenti scolastici, la possibilità di una redistribuzione dell’orario scolastico che, in un quadro integrato col sistema dei trasporti, possa generare economie di sistema. I nostri ragazzi hanno già dato. È una generazione che ha già sofferto di un’offerta formativa compromessa e di occasioni di socialità mancate».
Dello stesso avviso il leader della Lega, Matteo Salvini: «Scuole chiuse un giorno alla settimana e ragazzi di nuovo in Dad per risparmiare energia? Dico assolutamente No. I nostri ragazzi hanno già sofferto troppo per le chiusure degli scorsi anni, perdendo preziosi mesi di vita scolastica, di relazioni, di amicizie, di rapporti e di contatto umano. Lavoriamo per azzerare gli aumenti delle bollette».
Nettamente contrari ad una riduzione del tempo scuola e al ritorno alla dad, anche se per un solo giorno, tutti i maggiori sindacati della scuola. Ivana Barbacci, segretaria della Cisl Scuola, guarda altrove per trovare soluzioni nel risparmiare sui consumi: «La scuola deve essere l’ultima da prendere in considerazione, per procedere con le limitazioni e con eventuali conversioni delle lezioni dalla presenza alla distanza. Si possono abbassare le luci nei centri commerciali, cominciando a tenerli per esempio chiusi la domenica, si possono abbassare i riscaldamenti negli uffici pubblici, ma va preservato il diritto allo studio». Dello stesso avviso anche Giuseppe D’Aprile segretario della Uil Scuola, che propone una riduzione del tempo di accensione dei termosifoni in Parlamento, per ammortizzare i costi.