di Melania Depasquale
Se il cane del vicino abbaia durante la notte, disturbando così il sonno, il proprietario dell’animale potrebbe essere costretto a pagare un risarcimento, talvolta anche cospicuo. Questo è quanto ha stabilito la Corte di Cassazione, confermando la sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta. Il caso in esame riguarda due cani lasciati fuori ad abbaiare tutte le notti sul terrazzo di un appartamento, all’interno di un condominio. Secondo i giudici, il risarcimento è dovuto, in quanto, il mancato riposo notturno può provocare “danni alla salute“. Nello specifico la vicenda è avvenuta a Caltanissetta. Uno dei vicini del terrazzo dove venivano lasciati i cani, infastidito dai continui guaiti e stanco per la rinuncia al sonno, ha denunciato il suo dirimpettaio, sostenendo che il mancato riposo gli avesse provocato danni alla salute. Nella denuncia si parla di cupi ululati, nonché continui e fastidiosi guaiti, specie nelle ore notturne e di riposo. La persona che ha intentato causa ha riferito, inoltre, di aver subìto conseguenze anche personali e professionali: è stata licenziata perché non era più in grado di concentrarsi, e di svolgere al meglio le mansioni. La “vittima” ha sostenuto di essere stata assente dal posto di lavoro per i troppi giorni di malattia richiesti, malattia causata proprio dallo stress per il mancato riposo. Su tal punto, i proprietari dei cani hanno replicato, sottolineando che, non è possibile provare che l’uomo sia stato licenziato per quella specifica ragione. Sul tema, oltre le parti in causa, si è espressa la legge. Dalla sentenza della Cassazione, si evince che uno dei fattori fondamentali per poter arrivare a un risarcimento è “il fastidio”. Questo, deve “superare la normale tollerabilità”. La norma stabilisce che: “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a 3 mesi, o con l’ammenda fino a euro 309. Si applica un’ammenda da 103 a 516 euro a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso, contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell’Autorità”. Nel caso specifico, oltre al risarcimento, i proprietari dei due cani dovranno anche accollarsi le spese di giudizio, pari ad altri 2.700 euro.