venerdì, Settembre 22, 2023
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RAME E PETROLIO: MATERIE PRIME IN RECESSIONE

Il "doctor copper" pronostica forte rallentamento economico, e l'andamento dell'oro nero sembra confermarlo. La discesa delle commodity può frenare il rialzo del costo della vita

di Melania Depasquale

Dopo i miglioramenti dei mesi scorsi, le materie prime segnano un forte ribasso. Per chiarire la situazione, basta guardare l’andamento del petrolio: il Brent, che lunedì 18 luglio si è riportato sopra quota 105 dollari, è di recente sceso sotto quota 95 dollari al barile, condizione registrata per la prima volta da quando l’Ucraina è stata invasa dalla Russia. Questa aveva comportato al rialzo le quotazioni, essendo Mosca una grande esportatrice di greggio e gas. La tendenza al ribasso riguarda un pò tutte le materie prime, con l’eccezione del gas, i cui prezzi ad Amsterdam restano ampiamente sopra quota 150 euro al Megawattora, pagando la crisi energetica europea legata al taglio delle forniture posto in essere da Vladimir Putin.

Gas a parte, tra le materie prime in forte discesa c’è la quotazione del rame. Nei primi dieci giorni di giugno viaggiava appena sotto quota 10mila dollari a tonnellata, mentre a metà luglio è precipitato, dopo una discesa costante, a 7.200 dollari, tornando su livelli che non si vedevano dall’autunno del 2020. Il rame, in gergo finanziario, viene soprannominato “doctor copper“, poiché, essendo una delle materie prime più importanti per l’industria manifatturiera, è ritenuto un anticipatore dei cicli economici. In altri termini, se il rame crolla, vuol dire che le imprese non lo comprano e non fanno scorte perché pensano che l’economia stia rallentando. Ciò significa che l’andamento del rame sta anticipando una recessione. E un discorso simile si può fare per il petrolio e altre materie prime o commodity.

Lo sanno bene anche a Bhp e Rio Tinto, due colossi del settore minerario, che nel giro di pochi giorni hanno lanciato un simile allarme sulle prospettive degli affari per il prossimo anno, per quel che riguarda i materiali ferrosi, prima voce del loro bilancio.

Buona parte delle commodity dell’agricoltura ha invertito la tendenza rialzista. Il mais ha registrato il maggior numero di vendite, seguito da soia e grano, con quest’ultimo che ha segnalato un ritorno del prezzo ai livelli visti prima della guerra in Ucraina.

Se la virata al ribasso delle materie prime sembra anticipare una recessione, è anche vero che una discesa dei prezzi delle commodity potrebbe allentare le pressioni al rialzo sull’inflazione, alimentando la speranza di esserci già lasciati alle spalle l’apice del caro vita.

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