Di Melania Depasquale
È morto questa mattina l’ex premier del Giappone Shinzo Abe. Il politico è deceduto in ospedale a seguito di un attentato che lo ha colpito intorno alle 11:30 ora locale a Nara, nel nord del Giappone. L’ex premier è stato raggiunto alla schiena da due colpi sparati a distanza ravvicinata, mentre parlava in pubblico su un piccolo podio, in strada.
L’ex primo ministro date le gravissime ferite riportate, è stato ricoverato d’urgenza in arresto cardio polmonare. I medici hanno tentato di salvargli la vita con trasfusioni di sangue per ben quattro ore, troppo critico però il quadro clinico che è degenerato, poi, fino al decesso.
L’attentatore ha utilizzato un‘arma da fuoco, una sorta di doppietta a canne corte di fattura artigianale, occultata in una borsa. Dalle indagini è emerso che si tratta di un quarantunenne di Naha, Tetsuya Yamagami, il quale si era avvicinato all’ex premier alle spalle, mentre quest’ultimo presentava i candidati locali alle elezioni per il rinnovo della Camera alta in programma domenica 10 luglio.
Secondo quanto si è appreso Yamagami, è stato un ex militare delle Forze di autodifesa in Marina, ed era deciso a uccidere Abe perché insoddisfatto dell’operato dell’ex capo politico.
L’aggressione ha gettato nello sgomento i cittadini giapponesi: il Paese è noto, infatti, per l’estrema rigidità delle sue leggi sul controllo delle armi da fuoco.
Il sessantasettenne Shinzo Abe è stato il primo ministro politicamente più longevo nella storia del Giappone post-bellico. Ha guidato molteplici governi tra il 2006 e il 2007, e di nuovo dal 2012 al 2020, quando ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute. Promotore di una “normalizzazione istituzionale” del Paese, l’ex premier si è battuto per il superamento del pacifismo costituzionale, ed ha promosso con convinzione il processo di rafforzamento delle capacità difensive, tutt’ora in corso. Adottò politiche economiche espansive e di riforma, per tentare di superare lo stallo deflattivo e rilanciarne la crescita.