Da quattro mesi l’accredito mensile viene decurtato o azzerato alle persone che hanno ricevuto un aumento della pensione di invalidità.
Il governo Draghi per ora non batte un colpo, nonostante l’approvazione in Parlamento di un ordine del giorno firmato da Paola Nugnes, Virginia La Mura e Matteo Mantero del gruppo Misto che lo impegnava a intervenire, e la petizione della Federazione italiana per il superamento dell’handicap.
Ad essere coinvolte sono decine di migliaia di persone: stando agli ultimi dati Inps, i nuclei percettori di reddito o pensione di cittadinanza al cui interno ci sono persone disabili ammontano ad oltre 200mila.
A marzo diversi partiti, dalla Lega ai 5 Stelle, avevano presentato emendamenti al decreto Sostegni ter chiedendo di escludere dal calcolo del reddito familiare tutte le prestazioni assistenziali a disabili e invalidi. Le proposte sono state tutte ritirate o respinte.
È rimasto in piedi solo un ordine del giorno. Silenzio sia dal ministero del Lavoro guidato da Andrea Orlando (Pd) sia da Erika Stefani (Lega), titolare della Disabilità.
Nel frattempo l’entrata in vigore al posto degli assegni famigliari dell‘assegno unico universali per i figli, che ai titolari del reddito dovrebbe essere versato d’ufficio sotto forma di “supplemento” al rdc, sta comportando per i beneficiari ulteriori problemi. Ottenere informazioni dall’Inps è molto complicato e le proteste viaggiano su gruppi social dedicati.
Molti segnalano di non aver ancora ricevuto la mensilità di aprile, altri attendono addirittura quella di marzo.
Ed è proprio via social, sulla pagina Facebook ufficiale Inps per la famiglia, che l’istituto ha fatto sapere che in questi casi occorre presentare un nuovo documento, il “Modello RdC-Com/AU“. Stando a una circolare del 28 aprile si tratta di un modulo che consente di fornire informazioni aggiuntive e autocertificare una serie di situazioni, come la presenza nel nucleo famigliare di un figlio maggiorenne under 21 a carico, un errore nella compilazione della Dichiarazione sostitutiva unica (con cui si chiede l’Isee) per quanto riguarda la presenza di figli minori o una separazione per cui nel nucleo non sono più presenti entrambi i genitori. Il problema? Semplice: il modulo ancora non esiste.
“Sarà online entro maggio”, assicurava chi gestisce la pagina. Dall’istituzione dell’assegno sono passati quasi tre mesi e le cifre sono tutt’altro che indifferenti per le famiglie che ricevono il reddito: quasi 240 euro per una coppia con due minori, 400 euro.
REDDITO DI CITTADINANZA: CONTINUANO TAGLI AGLI INVALIDI
Sull’assegno unico una vera beffa: per averlo serve un modulo che ancora non esiste