di Melania Depasquale
Dove un tempo c’era la “Vela H” di Scampia, una delle prime ad essere demolite, è sorta la nuova università delle Professioni sanitarie della Federico II. La struttura è nata da un accordo tra il Comune e l’ateneo nel 2006, ed è stata realizzata dall’architetto Vittorio Gregotti. È settembre il mese nel quale verrà, dopo tanti rinvii, finalmente inaugurata.
L’opera è imponente e rappresenta una difficile sfida: far leva su attività positive per combattere il degrado, non solo economico, ma soprattutto sociale. La sinergia nasce sulla falsa riga di altri accordi tra la città di Napoli e l’Università Federico II che negli anni scorsi hanno portato alla costruzione, prima a Fuorigrotta della sede di Ingegneria, poi a San Giovanni a Teduccio sempre del polo di Ingegneria, collegato anche con altre Academy. Ora la sfida, forse più difficile delle precedenti, è quella di Scampia: il quartiere delle Vele, che tra degrado e abbandono dello Stato, diventò piazza di spaccio e teatro delle guerre tra bande.
La struttura è imponente: presenta l’Auditorium Fabrizio de Andrè, ristrutturato dopo una occupazione abusiva da parte di nomadi, il parco “Ciro Esposito” in ricordo del giovane ucciso ai cancelli dello stadio, due istituti scolastici di cui uno omnicomprensivo e l’altro professionale. Al centro si impone il grande cilindro, alto sette piani. Dal terzo piano, comincia la parte sanitaria: ambulatori, laboratori, 32 day hospital, studi medici e due sale operatorie. Il centro di radiologia è ancora all’inizio. Sono state assegnate le gare da 3,5 milioni per la fornitura degli arredi. Ed è in corso la gara da 8 milioni per le attrezzature elettromedicali.
La struttura è stata realizzata con un investimento pubblico di circa 55 milioni, in parte attinti dai fondi europei del Por Fesr Campania, e in parte dal Fondo di sviluppo e coesione 2007-2013.
Sulla destinazione da dare alla struttura negli anni ci sono stati molti ripensamenti. Dapprima si era parlato di una Facoltà di Biotecnologia, poi di Medicina da affiancare al Policlinico, infine di Professioni sanitarie.
Dice il rettore Matteo Lorito: «L’università tra le Vele di Scampia è un segnale importante, non solo per Napoli, ma per tutto il Paese. Legando il nome di Scampia non più a Gomorra, ma all’università Federico II, dimostreremo che si può cambiare la reputazione di un quartiere e imprimere così una svolta positiva a un intero territorio. Il Comune conta di consegnare l’immobile dove avrà sede il Polo a settembre, in tempo per l’inizio del nuovo anno accademico. Il nostro obiettivo è farne una casa della salute per la comunità». Un segnale di rinascita e ripartenza.