di Melania Depasquale
Si avvicina la scadenza di luglio, ovvero la data in cui i datori di lavoro dovranno erogare la somma di 200 euro ai dipendenti pubblici e privati, che rappresentano circa la metà dei 31,5 milioni di beneficiari della misura attuata dal Governo, prevista dal Decreto aiuti.
Per i dipendenti privati non si tratta però di un’erogazione automatica: serve prima una autocertificazione, con la quale il lavoratore dichiari di non essere titolare di un trattamento pensionistico o di percepire il reddito di cittadinanza. Il bonus può essere riconosciuto una sola volta.
Diversa la situazione per i dipendenti pubblici che avranno diritto al bonus una tantum da 200 euro. A questi, infatti, non servirà compilare alcuna autodichiarazione sul diritto di ricevere il bonus, come invece previsto per gli altri lavoratori dipendenti. Lo prevede un articolo della bozza del decreto Semplificazioni fiscali, approvato mercoledì dal Consiglio dei ministri. In particolare, la bozza prevede che per i dipendenti pubblici, i cui servizi di pagamento delle retribuzioni del personale, siano gestiti dal sistema informatico del ministero dell’Economia e delle finanze.
Per ottenere la misura economica i dipendenti devono aver beneficiato, per almeno una mensilità del primo quadrimestre del 2022, dell’esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti, pari allo 0,8 per cento prevista a favore dei lavoratori dipendenti dalla legge di bilancio 2022. Una misura in favore dei lavoratori con una retribuzione imponibile previdenziale, con un parametro basato su tredici mensilità, non superiore a 2.692 euro al mese.
Nella circolare Inps con le “istruzioni contabili” l’istituto di previdenza sottolinea che l’una tantum di 200 euro è riconosciuta in automatico, in misura fissa, una sola volta, previa acquisizione, di una dichiarazione del lavoratore con la quale lo stesso dichiari, ricorrendone le circostanze, di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18, cioè destinatari dell’agevolazione in quanto pensionati o percettori del reddito di cittadinanza.
L’Inps evidenzia, inoltre, che l’indennità una tantum spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro. Pertanto, il lavoratore, laddove titolare di più rapporti di lavoro, potrà chiedere il pagamento dell’indennità una tantum a un solo datore di lavoro.