di Melania Depasquale
Potrebbe arrivare a breve il piano per rendere compatibili reddito di cittadinanza e lavoro stagionale. La strategia consentirebbe ai percettori del sussidio di mantenerlo e in contemporanea di iniziare un lavoro a tempo nel settore turistico, per i soli mesi estivi. A lavorare alle possibili modifiche, sono il ministro Pd del Lavoro Andrea Orlando, il ministro leghista del Turismo Massimo Garavaglia e il ministro dell’Economia Daniele Franco. La misura consentirebbe un intervento d’emergenza, per coprire la falla dei trentamila posti vacanti in questi mesi.
La settimana decisiva per capire se tale strategia sarà realizzabile, è quella che inizia oggi, ma va evidenziato che una proposta del genere era stata avanzata già sei mesi fa. Il problema concreto consiste nel fatto che, attualmente il reddito da lavoro pesa per l’80%, e può spingere i percettori a rifiutare il posto per non perdere l’assegno. Nel pratico, se il reddito da lavoro di un soggetto aumenta di 100 euro, l’ammontare dell’assegno di cittadinanza diminuisce di 80: il guadagno è di 20 euro, e nessuno accetta di lavorare per quella cifra. Poi, con le attuali norme, dopo un anno da quando si inizia a lavorare, il nuovo lavoro spiazza il reddito e lo cancella del tutto.
Il Comitato di valutazione del Rdc, proponeva così di tagliare l’assegno di cittadinanza del 60% senza limiti di tempo se si ha un reddito da lavoro, ma fino alla soglia di esenzione fiscale: 8.174 euro per i redditi da lavoro dipendente, e 4.800 euro per quelli da lavoro autonomo. Analizzando i dati Inps sulle assunzioni stagionali, emerge come siano sempre cresciute negli ultimi cinque anni, soprattutto negli ultimi tre di coabitazione con il reddito di cittadinanza. L’anno scorso, quando già si lamentavano posti vuoti nel settore del turismo, abbiamo battuto in Italia il record di contratti stagionali: 554 mila nell’anno e 339 mila nei soli mesi estivi. Il tema resta molto dibattuto e di difficile risoluzione, il Governo ragiona sulla possibilità di trovare basi per correggere la misura.