di Melania Depasquale
Mancano solo due giorni al Referendum del 12 giugno 2022, ed è giusto dare agli italiani tutte le informazioni necessarie, affinché si possa esprimere un voto ben ponderato. Ben 51 milioni e mezzo di cittadini, compresi quelli residenti all’estero, sono chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari abrogativi. Quello che ci verrà chiesto è di decidere se abrogare o mantenere alcune normative che attualmente sono in vigore nel nostro ordinamento, ovvero rispondere, come cittadini, a quei quesiti referendari che hanno trovato accoglimento e sono stati ritenuti ammissibili da parte della Corte costituzionale. Nel dettaglio, i cinque quesiti appartenenti alla riforma della giustizia sono: 1) La legge Severino, che mira ad abolire il Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità dei politici condannati, (questo soprattutto per il reato di abuso di ufficio). Infatti, molti sono stati gli amministratori locali caduti in tale illecito, tuttavia gli stessi, anche senza una condanna definitiva, incorrevano in una sospensione dal loro ufficio di 18 mesi ma poi, nella stragrande maggioranza dei casi, in sede di giudizio definitivo venivano spesso assolti. Il quesito referendario, inoltre, propone di abolire l’incandidabilità anche per coloro che sono stati condannati per reati come mafia, corruzione e terrorismo; 2) La separazione delle funzioni dei magistrati o separazione delle carriere, che si propone di non permettere più ad un magistrato di cambiare più volte funzioni nel corso della sua carriera; 3) Limitazione della custodia cautelare, che ha come obiettivo quello di limitare gli ambiti in cui è consentita la carcerazione preventiva dei sospettati, secondo quanto previsto dall’art. 274 del codice penale; 4) Consigli giudiziari, che chiede di consentire agli avvocati, membri dei consigli giudiziari, di votare in merito alla valutazione della professionalità dei magistrati; 5) Eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del CSM, che mira ad eliminare il numero minino di firme (25) necessarie per presentare la propria candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura, rendendo quindi la candidatura libera. Per risultare validi e raggiungere il quorum necessario, alla votazione sui referendum deve partecipare il 50% + 1 dei cittadini italiani aventi diritto di voto. Il quesito referendario 2022 è di natura abrogativa, ciò significa che, qualora venisse approvato, vi sarà stata una maggioranza favorevole all’eliminazione della legge oggetto della riforma, e quindi, i provvedimenti in esame, verranno eliminati in via definitiva. Come si legge anche sul sito del Ministero dell’Interno, sono stati definiti i colori delle schede per la votazione dei cinque referendum abrogativi ex art. 75 della Costituzione: scheda di colore rosso per il Referendum n. 1: abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive a seguito di condanne; scheda di colore arancione per il Referendum n. 2: limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c; scheda di colore giallo per il Referendum n. 3: separazione delle funzioni dei magistrati; scheda di colore grigio per il Referendum n. 4: partecipazione dei membri laici, ovvero non appartenenti alla magistratura, nelle procedure di valutazione dei magistrati stessi; scheda di colore verde per il Referendum n. 5: abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura.