Era il 5 maggio 1998, e sarà ricordata per sempre come la notte del terrore. La notte in cui 160 persone che abitavano a Sarno, Siano, Bracigliano, Quindici e San Felice a Cancello morirono a causa di una frana attribuibile all’incuria dell’uomo più che alla furia della natura.
Un’enorme colata di circa 2 milioni di metri cubi di fango scaraventò via qualsiasi cosa incontrò lungo il suo cammino, ed oltre ai decessi si registrarono centinaia di feriti. Completamente travolto l’ospedale “Villa Malta” di Sarno, comune nel quale si registrò il bilancio più drammatico: 137 vittime e la frazione di Episcopio completamente distrutta. Volontari della Protezione Civile, ma anche semplici cittadini di altri paesi della Campania si precipitarono nell’Agro, per offrire aiuto ai soccorritori. Furono giorni e notti interminabili, nei quali si scavava senza sosta sotto una pioggia che continuava a essere battente alla ricerca disperata di sopravvissuti, di qualcuno che non si era arreso a quel vortice impazzito di detriti. Tra chi fu prematuramente strappato alla vita, nominiamo i nocerini Maurizio Marino ed Enrico Battipaglia, rispettivamente medico e infermiere nell’ospedale sarnese, ai quali è stato intitolato il piazzale antistante l’Umberto I di Nocera Inferiore.