Guerra e rincari premono sempre di più sulla già complicata situazione economica di aziende e famiglie. Ecco gli elementi che impattano in maniera significativa sui bilanci. Vediamoli nel dettaglio.
Benzina e bollette: 347 euro in più per il pieno in soli sei mesi
Benzina a 1,87 euro e gasolio a 1,86. Sono i prezzi al litro tracciati nell’ultima rilevazione (21-27 marzo) del Mite: la manovra attuata dall’ Esecutivo sulle accise ha dato un sollievo alla pompa del 12,5% rispetto al picco registrato in precedenza. Resta tuttavia intatta la galoppata delle quotazioni lanciata in autunno: da ottobre a marzo, per fare due pieni e mezzo al mese le famiglie hanno subito un rincaro da 347 euro. Nel marzo 2021 la media era di 1,57 euro per la benzina e 1,44 euro per il diesel, nel 2020 di 1,43 e 1,32 euro. Stessa situazione per le bollette di luce e gas: l’ultimo intervento dell’Arera ha tagliato i prezzi del 10% per il secondo trimestre. Poca cosa dopo i recenti aumenti: alla fine di giugno, nei bilanci delle famiglie resterà un rincaro sui dodici mesi dell’83% per l’elettricità e del 71% per il gas.
Produzione industriale: il caro-energia grava sulle imprese
Il caro-prezzi dell’energia entra nelle aziende per canali diretti: l’acquisto di materie prime come carbone o gas naturale, di derivati del petrolio, o per la fornitura di elettricità e gas in rete. Un conto complessivo è difficile da realizzare. Restando sulle prime voci, il Csc calcola che se i prezzi si stabilizzassero per tutto l’anno sui livelli di marzo l’incidenza dell’energia sul totale dei costi di produzione salirebbe dal 4,6% pre-pandemico all’8,2%. Un aumento aggiuntivo da 68 miliardi, su base annua.
La spesa: l’inflazione si abbatte anche sui generi alimentari
I danni causati dall’ inflazione colpiscono altre parti sensibili per i consumatori. I prezzi degli alimentari preoccupano, spinti anche dalle tensioni di mercato legate al ruolo che la Russia e l’Ucraina hanno alcune filiere produttive. Non a caso il carrello della spesa è balzato del 5%: si va dal +13% della pasta, al + 8,1% della frutta fino al +17,8% delle verdure. La famiglia tipo, calcola l’Unc, spende 323 euro in più per alimentari e bevande, 990 per casa ed elettricità, 418 per i trasporti. Si risparmia invece sulle comunicazioni, circa 20 euro. Nel complesso, il rincaro annuo è ormai di 1.894 euro.
Meno salari, meno consumi
I salari non reggono lo slancio dei prezzi. Per Confindustria, dopo lo stallo del 2021 , le retribuzioni hanno visto un accelerazione: gli industriali stimano +3% quest’anno e +2,5% il prossimo. I segnali che sembravano positivi, si infrangono contro l’inflazione. Le buste paga perderanno il 2,5% cumulato: gli italiani vedono così il loro potere d’acquisto limitarsi. L’incertezza scatenata dalla guerra, unita al peso crescente delle spese obbligatorie quali bollette e trasporti suggeriscono la necessità di risparmiare. Gli indici di fiducia di marzo sono così già caduti e rimane lontano il recupero sperato dei livelli pre-Covid.
Melania Depasquale
