martedì, Giugno 6, 2023
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BONUS 110%, LA FINANZA SCOPRE IN CAMPANIA UNA TRUFFA DA BEN 107 MLN DI EURO

Due imprenditori edili di Vallo della Lucania avevano costruito un complesso intreccio di pratiche edili con la complicità di teste di legno che le Fiamme Gialle hanno sventato

Ammonta ad oltre 107 milioni di euro l’importo della truffa messa a segno da due fratelli titolari di imprese attive nel settore edile e nel commercio di componenti elettronici, operanti nelle province di Caserta e Salerno.
Una somma che la Guardia di Finanza di Napoli ha sequestrato ieri bloccando i crediti derivanti da bonus edilizi per lavori di ristrutturazione, previsti dal Decreto “Rilancio”.
Le Fiamme Gialle hanno da tempo attivato un servizio di controllo mirato a scoprire truffe sul cosiddetto “Bonus 110%”, e nel mirino dei militari è presto finita anche l’attività dei due fratelli.
I successivi approfondimenti, condotti su alcune negoziazioni eseguite dai due imprenditori di Vallo della Lucania, hanno consentito di rilevare che gli stessi avevano caricato una ingente somma di crediti sulla piattaforma gestita dall’Agenzia delle Entrate, a loro dichiarazione derivante da lavori di ristrutturazione che sarebbero stati eseguiti, in via reciproca, tra gli stessi fratelli e le loro società, per le quali uno dei due assumeva la carica di rappresentante legale solo due giorni prima delle avvenute cessioni.
La ricostruzione dell’intero flusso di crediti generato sul portale, poi, ha permesso di accertare che ben 9 tra i successivi cessionari, per un importo complessivo di oltre 4,8 milioni di euro, risultano aver percepito o essere attuali percettori di reddito di cittadinanza, privi quindi di una dimensione economica imprenditoriale tale da consentirgli l’acquisto dei cospicui crediti e la cui interpolazione sarebbe stata finalizzata soltanto a dissimulare la provenienza illecita della provvista.
Su queste risultanze la Procura della Repubblica di Napoli Nord ha emesso provvedimento d’urgenza finalizzato al sequestro delle somme indebitamente negoziate sul portale, per un ammontare complessivo pari a 107.887.287 euro. Di queste somme, 2 milioni e 250mila euro erano stati già monetizzati dai due, a carico dei quali pende un’accusa di truffa ai danni dello Stato.

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