La città di Taranto punta alla transizione energetica sfruttando l’energia del vento, come ha spiegato il portavoce dell’associazione nazionale energia del vento (ANEV): l’impianto produrrà 60 mila Mwh di energia, pari al fabbisogno annuo di 60 mila persone e, nell’arco dei 25 anni di vita prevista consentirà un taglio di emissioni di gas serra equivalenti a circa 730 mila tonnellate di Co2. Un contributo decisamente importante per favorire quello che è il percorso legato alla transizione ecologica. Lo stesso portavoce ha inoltre dichiarato che le aziende in campo sono pronte ad affrontare le sfide del futuro e cogliere le opportunità che il vento porta, grazie all’eccellente lavoro di squadra. Un’accoglienza decisamente positiva al progetto anche dal presidente di Legambiente che si è detto, tramite i suoi canali social, soddisfatto per l’installazione di questa prima pala eolica nel Mediterraneo, anticipando anche la notizia che questa sarà solo la prima delle successive dieci turbine eoliche che verranno poi istallate, per un totale di 30 MW, costituendo così nel porto di Taranto il parco eolico galleggiante: Beolico. L’eolico offshore sfrutta la maggiore forza del vento garantita dal posizionamento in mare delle turbine rispetto ad un impianto eolico terrestre; ed inoltre, non consuma suolo. Si tratta di una vera alternativa alle centrali climalteranti per la produzione di energia pulita e per contribuire alla riduzione delle emissioni in atmosfera di CO2 nel rispetto delle direttive dell’Europa. La costruzione dell’impianto tuttavia, per quanto innovativa ed ecosostenibile, è stata lunga e articolata. Il progetto inizia nel 2008 e vive fasi alterne, caratterizzate da cambi societari terminati e da un braccio di ferro dinanzi alla giustizia amministrativa tra il Comune di Taranto e i proponenti dell’epoca. Dal 2008 ad oggi, quasi 14 anni di complesse vicende autorizzative che hanno ritardato l’avvio dell’impianto; lo stesso ha ricevuto il parere positivo della Commissione Via e Vas nel 2012, respingendo il parere negativo presentato dalla Regione Puglia e il parere della Sovrintendenza per l’impatto visivo generato davanti alla zona industriale di Taranto. Successivamente, il Comune di Taranto, che si era espresso in maniera contraria all’opera, aveva fatto ricorso al Tar di Lecce rimarcando, tra le motivazioni, l’illegittimità del provvedimento. Il ricorso è stato bocciato dal tribunale amministrativo pugliese e la sentenza è stata confermata dal Consiglio di Stato. Nel 2013, l’iniziativa ha ricevuto l’autorizzazione unica. La realizzazione dell’opera in via definitiva è stata affidata a Renexia, il cui direttore generale Riccardo Toto ha messo in evidenza come tale progetto riduce tutti i tradizionali elementi di inquinamento, aggiungendo che nei 25 anni di concessione nei quali l’azienda sarà presente a Taranto l’obiettivo non è solo quello di fornire energia green alla città, ma anche quello di creare un polo industriale intorno al parco per poter valorizzare da un lato l’imprenditoria locale e dall’altro far nascere una filiera italiana, mettendo al centro proprio la città pugliese come punto di riferimento per i futuri parchi eolici offshore, a cui l’azienda si dice grata per l’opportunità di crescita.
Melania Depasquale
