Dal riconoscimento ufficiale da parte dello Stato italiano numerosissime sono state le iniziative e i percorsi di cambiamento proposti e realizzati: educazione alla corresponsabilità, campi di formazione, accompagnamento delle vittime e di chi ha fatto scelte forti di allontanamento dal contesto mafioso, formazione scolastica e universitaria sono solo alcuni degli esempi più importanti dell’impegno collettivo che l’associazione tende a promuovere. Secondo Libera le mafie hanno modificato il loro modo di agire rendendosi in alcuni casi più nascoste ma più invasive e pericolose per le nostre comunità e la nostra economia, notando una riacutizzazione del fenomeno mafioso a causa della recente pandemia, durante la quale si sono generati nuovi meccanismi e nuove occasioni di profitto per le mafie, le quali grazie ad un sistema di collusione già ben collaudato hanno intensificato i propri rapporti illegali in diversi settori della politica e dell’economia. Non causale la scelta della città di Napoli per la commemorazione, questa è stata fatta per incoraggiare la Campania a resistere al fenomeno mafioso incoraggiando la gente perbene che nelle cooperative sociali, nelle realtà laiche e religiose o anche solo assumendosi la propria responsabilità individuale di cittadini s’impegna per il bene dell’intero Paese. Il cammino di memoria si rinnova tornando tra le strade cittadine in quanto proprio lì c’è bisogno di tutte le energie e le reti per liberare la città da un potere criminale sempre più forte e violento dopo la pandemia. Occorre fare squadra, metterci in rete, riconnettere Napoli nella lotta contro la camorra premiando l’impegno di chi sceglie una vita diversa per nascendo in realtà difficili. Lo slogan scelto quest’anno “Terra mia. Coltura/Cultura” vuole unire due dimensioni dalle quali ripartire: la prima è prendersi cura della propria comunità locale e reinterpretare l’essere cittadini del mondo a partire dall’attenzione al contesto di appartenenza. La seconda è “la coltura nella terra e anche nelle coscienze”, quindi non solo attenzione all’ambiente e ai rischi che corre, ma anche rivedere i rapporti di forza e centralità, ricreare le forme e i contesti sociali. L’azione contro le mafie e la corruzione è dunque un’azione che si deve rendere innovativa, capace di leggere la complessità del presente, ricordando le radici della storia e mentendo lo sguardo rivolto al futuro libero che vogliamo costruire.
Melania Depasquale
